Messaggi dal mare di Roberto Regnoli
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La pagina di Carolina

Carolina ci ha conosciuti tramite internet ed ha iniziato a inviare e-mail a Roberto, da qui un rapporto e-pistolare quasi settimanale, a volte quotidiano per lo scambio di scritti e Carolina ci ha inviato alcune sue foto, poesie e scritti.

Buona lettura


Carolina, nella foto sotto, segue il nostro sito da molti anni e ogni tanto ci invia una poesia, delle foto o un racconto da pubblicare.
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Le foto di Carolina

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Le poesie di Carolina

Amicizia

Amicizia  è  poter  rivoltare  le  zolle  dell’ anima
Amicizia  è  far  scivolare una lacrima  dal cuore di  chi  soffre
Amicizia: dona a chi la vive, un animo da proteggere,
sostenere se il passo è incerto: sorridere alle Sue battute,
gioire perché condivide il nostro quotidiano.
Pronta a divenire  scherzosamente irriverente, dispettosa.


                             Carolina  Benincasa

 

 Cronos

Matera è silente
I  falchi grillai, 
Le rondinelle
Sono  padroni dell’aere.
Un Tempo gioioso per taluni
Un Tempo greve per altri
Cronos non smentisce la sua natura.
Fagocita tutto
Spesso anche i ricordi
Se non sono degni del cuore. 


Carolina Beniincasa

Alchimia

Da pochi giorni
I nostri quotidiani
Si sono incrociati
Eri uno sconosciuto
Dalla mia sensibilità.
Una email ,
Un recapito telefonico
Scritto con titubanza,
In fondo alla lettera.
E non sei più sconosciuto.
Gli eventi tristi
Delle nostre esistenze,
Non più ignoti
Ai nostri cuori.
Ascolto notizie.
”Ne parlerò con Roberto”.
Che splendido quadro.
“Lo discuterò con Roberto”.
E così ,ascoltando Te ,
Narrando
Dei miei pensieri
Al Tuo cuore,
La conoscenza
Diviene amicizia.
Vera gioia,rara ricchezza,
Giusto dono
Per cuori sensibili.

Carolina Benincasa
 
AMORE


Una penna fresca,gorgogliante
Come un ruscello di montagna
Descrive il più profondo
Il più vitale
Il più vero sentimento
Che nei Tempi
Ha accolto
Il cuore : l’Amore.
Amore ……..
Dona la sensazione
Di poter librarsi nell’aria.
Come i gabbiani.
E, quando la tristezza incombe ,
La disperazione
Oscura l’animo,
Una forza inimmaginabile
Rende invitti.
Gli ostacoli ?
Sconfitti
Dalla ferrea speranza.
Perché Amore è
Il respiro di GAIA.
Colui che sa descrivere
Con gioiosità Amore
Sa anche viverlo,donarlo
Rendendo felice ,
Profondamente vivo
Finalmente libero,
L’animo che riceverà
Questo rarissimo e prezioso
Dono

 
Carolina Benincasa
                 Dolce  Pensiero
    
Hai  voluto   la  mia  presenza   nella    Tua     vita, con       profondo      amore,      con         determinazione, non  lasciando   altra  decisione . 

Felici ,  andavamo   nel     sentiero   della    vita.

Ciascuno    gioiva    della     felicità   dell’altro
Non  servivano  parole.

Un   sorriso   e   l’animo   dell’ uno   era   nell’animo  dell’   altro,   comprendendolo    fino     in    fondo .

Con  gioia profonda . 

Rarissima  realtà , che rendeva  il loro quotidiano lieve ,   luminoso   come  l’arcobaleno  dopo una gioiosa  pioggia  in primavera.

Ma   troppo    presto     tale     magia     finì;
dolorosi       eventi    privarono     del    papà     la   bimba ,

La   sua   vita    si   oscurò    nel    medesimo     istante . 


                    Carolina Benincasa

Il  Silenzio

     Il    silenzio   narra   dei   suoni    dolcissimi della   natura   rendendo   felice  il cuore .
   Ma, talvolta , il silenzio , avvolge  come un nero  drappo ,soffocando .

Carolina  Benincasa 

Ultimo cavaliere del mare

E’ un pomeriggio  di tarda estate,
la voce della conduttrice
illustra gli splendori
del mare .
Continuo, stancamente,
Affranta dal caldo, a risolvere un rebus.
La voce è cambiata.
Un dolce  accento bolognese 
Narra di una realtà romantica  
Fonte di gioia, di speranza, 
per i cuori  di ogni Tempo:
I messaggi in bottiglia.
Sollevo lo sguardo.
Coinvolge, il narratore.
La sensibilità accompagna il Suo dire.
La mente va ……
Spiagge ignote
Rivelano i segreti degli animi.
Un giovane uomo, 
Ultimo cavaliere del mare
Diviene prezioso custode
Di angosce,speranze
Che il più dolce,
il più spietato sentimento
rende vivi gli umani 
di ogni età.

                                          Carolina  Benincasa

Un mare grigio pioggia

Una vasta luminosa distesa blu
Che gioca a rimpiattino con RA.
E’ questo il mare che amo.
Vivono in me i caldi raggi.
Oggi  
Il mare è una distesa grigio pioggia
Non rincorre Ra
Fagocitato da nere ,
Dense nuvole. 
Chiede solo di essere amato.
L’invocazione raggiunge i cuori
Dalla spuma delle onde
Che lambiscono Gaia
Dolcemente, a volte
Spesso con violenza. 
E’ il grido d’aiuto 
Di un gigante che soffre.
Non porta gelo
Ma induce ad amarlo
Sempre
E donare al gigante triste 
Un tenero abbraccio.
In attesa di Ra.


                                        Carolina  Benincasa

   Speranza  dopo il dolore

Una figura sottile
Corre veloce
Verso un bosco
Non è un bosco ilare,gioioso.
I suoni sono tetri ,angosciosi.
Nessun uccellino regala
Il suo canto .
I rami si muovono seguendo
Le folate di un vento
Violento, 
Gelido.
E’ buio in quel bosco
Un buio che fa paura,
Terrorizza il cuore.
La fanciulla
Corse verso questo  orrore.
Forse non vede ove la Sua corsa
La sta conducendo. 
Gli occhi offuscati da lacrime 
Non sono una buona guida.
E piange la fanciulla,
E corre.
Il viso sferzato dal vento gelido.
La bianca veste si lacera 
Contro i rami bassi .
Vaga senza meta .
Il tempo corre
Con la fanciulla.
Lontano , molto lontano 
Un lieve bagliore 
Ferisce le pupille
Da troppo immerse nel buio 
sinistro e profondo.
La fanciulla si avvicina 
Velocemente  alla luce.
Ne è immersa totalmente.
Un calore dolcissimo
Avvolge il corpo tremante.
Un sorriso illumina il viso.
La speranza è in Lei.
Per sempre .
Forse.
                                   Carolina Benincasa
Sassi

Statici i Sassi
Vivono nel Tempo
Amici degli eventi ,
li osservano .
Occhi vuoti ma pregni  di  Storia,
le Chiese rupestri accompagnano
 l’Eterno andare degli esseri
 nelle Ere . 

Carolina  Benincasa

 Pioggia e ricordi

Batte, la pioggia 
Sui vetri
Violenta , insistente,
Decisa,
Impertinente. 
Come i ricordi .
Perseveranti , decisi. 
Impertinenti  
Squarciano il Tempo 
Dilaniano il cuore.
Talvolta.
Rendono felici  il giorno.
Talvolta  
                                      Carolina Benincasa       

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 Mon Ami

Un grande immenso dolore
        quale dardo infuocato
       straziò il Tuo cuore
Vorrei possedere magiche alchimie
      e  far rivivere il dolce germano
      si da poter ridare il sorriso
      al Tuo animo

Carolina  Benincasa

Nebbia

      I falchi  grillai volano nella bianca nebbia.
     Pian   piano   scompaiano   nel   fitto   velo
di gocce d’acqua
     Ma  solo per poco
    Il sole appare .
   Bianco , diafano, è alto in cielo .
  Il grigio  velo  si  solleva, timoroso, riverente.
  I  falchi  grillai , felici,
sorvolano  le antiche vestigia  non più  latenti  a           Ra  che, avvolgendole , ridona loro la vita.

         Carolina Benincasa



Messaggi nell’acqua

Osservo la luminosa distesa blu indaco,
I giochi di RA.
Luminose scintille si rincorrono sul mare .
Cielo e Gaia,
Cronos.
Elementi dell’Universo.
La Storia  è davanti a me 
Quanti misteri !
Quali domande?
Quelle di sempre.
Alcuni le affidano al vento
Altri preferiscono il regno di Poseidon
Molte rimangono insolute 
Molte raccolte da  un gesto amico 
Trovano risposta. 
Accade in ogni Tempo 
E’ il  vissuto
Degli abitanti di Gaia
                                            
                                    Carolina  Benincasa


Mare

Torno a te dopo molti mesi
Alcune cose sono cambiate,
forse un velo di melanconia 
avvolge il mio cuore .
Incomprensioni,ingiustizie 
Hanno sottolineato il mio andare 
In questo tempo.
Confido a Te la mia tristezza. 
E’ un dialogo silente .
Ra  illumina la distesa blu cobalto .
Una falce di sole rende argentee le onde.
Abbaglia tale luce .
E’ il comunicare di Ra al  mio cuore,
Il calore dei suoi raggi è dolcissimo, penetrante . 
L’animo rinasce alla vita.
La speranza si impone al mio essere . 
Il cuore , la mente ,tornano a sorridere.

                                       Carolina  Benincasa

Lotta

Solcano veloci le onde,
 gli scafi
I cacciatori del mare 
Si armano
Per immobilizzare le prede.
Il cacciatore del mare 
Combatte per la supremazia.
Il pesce vuol vivere.
Lotta impari.
La barca segue la preda.
La preda falcia le onde
Violenta,disperata.
Vuole vivere
Vincere sull’uomo.
E trascina con se tutto:
Uomini , attrezzi,
Barca. 
La lotta continua.
Ineguale.
Disperata.
Fino all’ultimo sangue.
Come sempre la vittoria è
Dell’Uomo.
La sfida  è stata vinta.
Dal più forte?
Chissà.
                                   Carolina  Benincasa

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Gli scritti di Carolina

                                     ANCORA  NATALE

 Come in una favola si potrebbe dire: c’era una volta il Natale, fatto di verità di scambi di  doni, magari non eleganti né firmati, ma offerti con un sorriso che non serviva solo a mettere in mostra 32 pezzetti d’avorio.

                                     Cos’è oggi il Natale?
 
Miriadi  di luminarie che risplendono nei negozi e nelle città, ma che non riescono ad illuminare certo menti  cromosomicamente  ottuse?

 Folle di compratori che, spasmodicamente assolvono ad un rituale meccanico e ripetitivo non sancito, ma da tutti puntualmente eseguito, trascinandosi da un centro di vendita all’altro?

 Quel comune denominatore, aggregante spendaccioni che repentinamente trasferiscono da banchi alle loro ceste: aragoste, storioni, salmoni, zamponi?

 Conseguenziali tavole imbandite intorno a cui  si collocano persone che nulla hanno da spartire se non un sorriso stereotipato  e riesumato pro tempore?
 
Un benessere dell’ultima ora che non riscatta da un passato  di indigenza  ma vero perchè appartiene, a taluni, da sempre, e che non può certo modificare  uno status intellettuale né creare una sensibilità mai posseduta?

Un”certo” Dante definiva “beati“ i tempi vissuti nella miseria.

Il doveroso rimpinzarsi di cibi raffinati o dei  soliti intrugli, ma moltiplicati per l’occasione ed a giustificazione  “la tradizione”?

 Una sequela di animali uccisi  violentemente che costituiranno le offerte speciali dell’ultima ora, prontamente recepite  quasi a sostituire  quel calore interiore, ormai scomparso da tempo?


Sfoggiare i suddetti  indumenti  per portare doni infiocchettati e luccicanti a coloro che  l’etica definisce poveri? (da quale parte sta la povertà è superfluo sottolineare).

 Sdradicare  abeti - picoli o grandi – che, se pur forniti di radici, finiranno per strada  puntualmente, dopo aver illuminato dimore pregne di  buio ben  più grave ed inamovibile?

 Vestirsi a festa per l’occasione, scordandosi di un certo “signore” che, in un Suo “libretto” affermava  :”Natura non facit  saltus”.

 Una festa che si aggiunge alle altre  e che ci trova sempre più annoiati, stanchi  per una solitudine verificata da chi sa e vuole leggersi dentro?

 Una coppa di champagne  o vino d’annata ingollata  a garganella  a metà notte?Un dolce  da dividere con altri?

 

                                O, Forse,  Natale    E’:

 Una stalla piccola o grande, senza troppe luci, che ripete una storia di povertà e di umiltà - solo  apparente - ed il cui freddo mitigato dalla presenza  di umili animali, oggi è quasi un insulto per le calde case “vestite “ a festa per l’occasione?

 Un presepe, intorno a cui sono raccolti pastori e re, in nome di una fratellanza, dell’amore non casuale e racconta una vita vissuta senza orpelli di finto benessere ma con verità che da dignità?

 Addobbare un albero sintetico per non distrugger la flora, assieme a coloro che amiamo e che sappiamo, ancora, circondare con amorevole  vero sorriso

E che potrebbe, da solo, costituire l’unica, vera illuminazione per questa tradizione che viene a noi da paesi lontani?

Un desco intorno a cui riunirsi con amore?

Una città non illuminata ove il Comune destina il costo delle “luminarie” a coloro  che avranno il “solito” pasto?

La rinuncia  dei venditori ad una parte dei loro guadagni in favore di chi  è meno fortunato?

Sostituire il grande albero  che trofeizza il consumismo nelle piazze, con un piccolo grande presepe, intorno a cui raccogliersi, credenti e non  credenti, portando simboli d’amore per tutti?

Aiutare anche un semplice conoscente a superare le dure prove che il quotidiano regala a piene mani?

Saper accettare il dolore degli altri, vivere accanto senza sentirsi martiri o santi , offendendo – così - la sofferenza di chi, in altre occasioni definimmo fratelli?

Dire  NO ai “doverismi “ di una  vita che non ci appartiene ma che gratifica il deserto di un’esistenza priva di veri ideali, di forza interiore  che fa fuggire, sempre, nella speranza di non ascoltarci

Ricordarci l’un l’altro?

Saper donare  un sorriso?

Saper colmare solitudini che non ci appartengono ?

BUON NATALE  a CHI conosce il vero significato di questo “compleanno”

                          Carolina  Benincasa

 
                                            Buon Anno


                                             (A Chi    ?  )


A   coloro  che  puntualmente    sprecano   denaro   pubblico    in luminarie  buttate  giù dal noto “zefiro, restituendo  alla  lux   dei  lampioni    ferruginosi  un centro  che   attende   di   diventare  umano?

Ai  rivenditori  che , incamerati  introiti   extra “rivestono” del  solito  grigiore  le  vetrine?

Agli  ideali   di    umanità   azzerati    alle  0,00   del    primo gennaio     come     un     contachilometri      di    una    utilitaria sgangherata   e  d’occasione?

A  chi  lascia  l’asfalto    con   i “soliti “  rattoppi ,  gli  intonaci  cadenti  e  sbocconcellati   per   sottolineare   eterne   indifferenze?

A  quel    manipolo  di   gaudenti  e   pasciuti   per   le   abboffate  festaiole  e doverose, che   ridiventano – deposte le toilette – i soliti monsieur  e  madamin   travet – anche per  retaggi  genetici – al servizio  del solito  padrone a testa bassa e senza dignità?

A   coloro che  brontolano  su  tutto, senza  trovare  il  coraggio
di  modificare  alcunché?

Agli    inamovibili   nuclei   familiari     che  –   giganti  -   dai
piedi  di  argilla   - stanno  - su  per  prosaici  motivi   economici,
illudendosi   che    nessuno    sa  di    una    disarmonia   nota   a 
tutti?

Agli     incantesimi   infranti   di    una    favola   vissuta     con
epidermico   entusiasmo  ?

Ai   sorrisi   stirati  con  le  mollette, ai   baci   umidi  e  mollicci
dati   in tandem al  “verso “ :Auguri, Felicità”?

Alla   mediocrità   endemica    che ,   prepotente, emerge    dal
luccichio    di    strass   con    il   “Bla     Bla “    formale     ed
allegrotto riesumati   ed    entrambi   destinati    allo    sfoggio   di  sentimenti   Mai  esistiti ?

A    chi   degli    animali      fa  oggetto   di   sadica  violenza   o
crudele   indifferenza, abbandonandoli   per  non   variare    il
“  profumo  “  degli   ambienti    (  in   inverno  ) o  di   noiose  appendici   ( in estate  )?

A  coloro che   gestiscono     il    trascendentale   (  i   Preti   )
circondandosi   di   politici    dalle     estrazioni    diverse,   nella
speranza    di   aver    favori    ma    negando    gesti   umanitari
che   non  gratificano   il  protagonismo  ?

Ad   una    società   che  -  come   in   passato  -  presenterà    le
tare   di   sempre  ?

                                  O   Buon   Anno

A    coloro  che, dicendo   no    ai    falsi    doverismi   ed   alla
ipocrisia,   buttan   giù    giganti   dai   piedi   di  argilla ?

 A     chi    sa  donare   la   vera   amicizia  senza   imporre   la 
parvenza    di   essa,  per  chetare   una  coscienza   pregna    di
torti,  soffocati  per  non  impazzire  ?

A   chi   non   cerca   affetti     pro    tempore     per     soddisfare
futili   desideri   di  affermazioni  del  proprio   ego ?

A  quei  rarissimi   genitori   che,  in nome   di   una  sensibilità
vissuta,  arricchisce   il  quotidiano   donando   esempi  di  rispetto
verso  se  stessi  e   del  prossimo,  ai propri  rampolli?

A  coloro  che, per  dovere  o  scelta  umanitaria, trascorrono
il  periodo  festaiolo,  fra  ammalati,  anziani o  persone  sole,
ma, donando  affetto ?

A    chi   avanti   negli    anni,  intuisce    che,  forse,   sarà
l’ultimo  ?

A  coloro  che   vivono   l’esigenza  di  realizzare  attività  sociali
senza     trionfalismi,  nel    credo   di    lenire     ferite     inferte
dall’indifferenza  altrui  ?

 A   chi    crede   nel   proprio   impegno   culturale   e   politico,
sinonimo   di  altruismo   e  maturità  interiore  e, con  costanza
continua  -indefesso  -  l’inevitabile   lotta  di  sempre ?

A    chi,  giorno   dopo    giorno,   spera   di    accrescere     la
propria    spiritualità  -   in   verità  -  senza     etichette  o    credi  occasionali o -  peggio -    senza    imporre    sofferenze    gratuite 
ed  inutili   a   coloro   che   conoscono   solitudini  ben  più  gravi
e  più  profonde ?

Buon    anno    a  chi   svolge  il    proprio    lavoro  - day   after
day – senza  servilismo  o  viscida  umiltà  ma  con  dignità?

Buon  Anno  a  chi   ingoia  ogni  mattina  un  caffè  sempre   più  amaro?

                        Carolina   Benincasa

 

 
                                             A l c i b i a d e


 
                       Il cane che voleva essere Pericle
 
- Bau - Buon giorno - oh, che bella giornata. com’è caldo il sole! -Bau Bau!!!!
E’ questo il felice commento di un cagnolino che, dal giorno della sua nascita non ha certo avuto molti momenti felici .
Però………
Non che sia insensibile, è solo un incorreggibile ottimista.
Bene, torniamo ad Alcibiade, pardon, Pericle : cominciamo dal nome, un po’ di confusione è certo che ci sia!
“ Ehi, Alcibiade” ( qualcuno lo sta chiamando ).
Il nostro amico continua a stiracchiarsi, offrendo al sole il pancino ( vuoto per il momento ), poi si gira, si tira su e, con un
fare tra l’indifferente l’incuriosito:
Dici a me?
Si, proprio a Te , come va ?
- Oggi è una bella giornata, come vedi, e sono sicuro che rimedierò qualcosa di buono da mettere sotto i denti.
Detto questo, si specchia in una pozzanghera
( chissà come si sarà formata, visto che non piove da giorni ).
E si ammira, il nostro Acibiade!
Ha un musino spiritoso, triangolare, bianco col nasino nero; le orecchie? : una nera, dritta e tesa ad ascoltare e percepire i rumori più sospetti, l’altra marrone piegata sull’occhio sinistro; la coda nera forma un punto interrogativo sottile, ed era il suo orgoglio.
Tra la testa e la coda, un corpo bianco ( con una macchia nera sul lato destro ) e snello per i troppi pranzi saltati , non certo per una ricercata esigenza di forma.
Il tutto era retto da quattro zampette snelle ed agili di ben tre colori : due bianche una nera ed una marrone.
Ecco, questo è Alcibiade - Paride, ma chiediamogli il perché di questo doppio nome:
“ Vuoi dirci il tuo vero nome?”
-“ Devi sapere che nacqui in una bella casetta, con bambini ed un bel giardino dove giocavo con i miei fratellini quadrupedi e non;
purtroppo eravamo troppi quelli a quatto zampe e così, quando cominciai ad essere un po’ più autonomo mi regalarono ad un signore buono e gentile ma che dopo qualche tempo lasciò questo mondo.
I miei padroncini originari si erano, nel frattempo, trasferiti in un’altra città e così mi sono trovato per strada perché non c’era alcuno a prendersi cura di me.”- e la voce si
incrina, ma solo per un attimo.-
“ E’ stato il signore buono ed anche molto colto che, accogliendomi, mi ha dato il nome Alcibiade, perché, come l’antico condottiero, ero orgoglioso di me, amavo farmi ammirare e, spesso, tentavo qualche impresa più grande di me.
Io, però, mi sono sentito sempre Pericle; Tu chiamami come vuoi- dice- (guardandomi con quegli occhioni vivaci, tondi tondi e tanto dolci).
Beh- continua - ora Ti saluto, urge un giro di perlustrazione “ .
E va per la sua strada, orgoglioso di esistere.
Trotterella per quella strada illuminata dal sole di settembre.
E’ veramente una giornata molto luminosa, il sole accarezza un mare blu indaco, creando favolosi scintillii.
Il lungomare è pieno di gente, bimbi e signore con cani più o meno pomposi, tutti ( o quasi ) al guinzaglio e con tanto di medaglietta .
Da lontano seguo il nostro Acilbiade che vorrebbe comunicare con tutti.
Avvicina il suo musetto a quello dei cani a guinzaglio, qualunque sia la taglia; uno in particolare, attira la sua attenzione: un piccolo volpino rosso che scorrazza tra i bambini e gli adulti, trascinandosi dietro il padrone.
Tutta quella allegria induce il nostro amico a partecipare, ad entrare nella comitiva.
-“Vattene, randagio, non hai né collare né medaglietta non ti vogliamo con noi” .
Questo era il “ dolce “ commento degli improbabili compagni di gioco del nostro amico.
Ma, Alcibiade non si scompone, evita con abilità un calcio di un adulto e continua la passerella.
C’è un bel cane color nocciola grande grande, con una pelliccia lunga lunga, cammina vicino ad una donna impettita e
rubiconda, più larga che lunga e non trascura di “ regalare” strattoni al Suo“amico” a quattro zampe.
Costei, quando si accorge di Alcibide, gli urla dietro un furibondo : -” Vattene sacco di pulci, allontanati dal mio F i f ì, che rimedia, così, un altro strattone.
“-Ma tu guarda che modi, !!!!!, alla fine volevo solo scambiare qualche parola, pardon, qualche “bau”, giusto una dissertazione sul tempo - sai un po’ stile inglese- , che modi e che amore verso i miei simili, stzz!!!!.
E, dopo questo ulteriore assaggio di“umanità”, Alcibiade continua la sua passeggiata guardandosi sempre intorno e felice di esistere.
Coda dritta, musetto teso ad annusare i vari odori nella speranza di percepirne qualcuno gradevole.
Vanitoso lo è sempre stato e, quando trova una pozzanghera formata da acqua che deborda da una fontana, non sa resistere ed
eccolo lì ad ammirarsi: “ Ma che bel musetto simpatico - dichiara al mondo il nostro narcisista formato ridotto -, corpo perfetto, agile e scattante, sono proprio un bell’ esemplare.
La razza?, ma non bisogna essere pignoli.
Sono bello, simpatico. E questo basta!!!!”
Dopo queste “ modeste” riflessioni, continua la sua passerella; di tanto in tanto un “Bau, Bau “, per far saper agli astanti “ Ehi, sono qua, non mi notate? “.
Qualcuno, però, si era accorto e come di coda dritta Alcibiade - Pericle - .
Era un grosso cane non tenuto al guinzaglio da un proprietario superficiale, sciocco che sfoggiava la “Sua proprietà”
incurante dei danni che poteva procurare.
Si era ben guardato di educarlo al buon vivere ed al rispetto, forse, perché li ignorava, presuntuoso, saccente ed arrogante com’era.
Con tali premesse, è chiaro che il pericolo pubblico a quattro zampe, copia del padrone, puntava, ringhiava, tentava di aggredire creando il vuoto intorno a sé.
E, proprio grazie a questo vuoto di gambe e zampe che il prepotente quadrupede, grosso e peloso, intravede una cosuccia che, ignorando cosa stesse accadendo alle sue spalle, una zampetta dietro l’altra, muovendo quel ricciolo di coda, la testa a destra ed a manca, cercava qualche sguardo di ammirazione.
“ Ma quel “ coso” lo uso come pupazzo o palla, mi posso veramente divertire ; alla carica!!!!!!- e comincia a correre il masso semovente e peloso, verso il nostro amico Alcibiade.
Il padrone, intento a schiacciare con la scarpa una sigaretta (!!!! ), non si accorge di nulla.
Alcibiade si rende conto che qualcosa sta per succedere dietro di sé.
Inguaribile ottimista , pensa :- “ Che
bello, qualcuno vuol giocare con me “ - e si gira; ma il “Bau” di benvenuto gli si blocca in gola nel vedere quell’ ammasso di peli, avanzare verso di lui.
A gambe, pardon, a zampe levate, cerca un rifugio.
Ma dove?
Un lungomare non offre granché come rifugio.
-“Vado verso il mare? No, peggio!”-
In pochi secondi la giovane vita passa davanti agli occhi di Alcibiade; i digiuni, le fatiche per mettere insieme pranzo e cena, le poche carezze, il sole, le stelle che gli hanno fatto da rifugio.
No, non si può arrendere, no, mai!, e scappa a più non posso, chiedendo il massimo alle sue zampette agili e veloci.
-“ O Dio dei cani, aiutami ( ma ci sarà un Dio per noi? ), se qualcuno lo conosce Lo avvisi, IO sono in pericolo!!!!
Il padrone del gigante osserva la scena con un sorriso idiota.
Esiste, Esiste un Dio per gli esseri a quattro zampe, ecco, una panchina vicino al muro del lungomare e…grazie alla mia forma perfetta sono in salvo, il nemico grassone non ce la fa ed ora faccio anche la sfilata: “ Ammirate gente, Davide ha sconfitto Golia!
Nasino in su, ma con la coda dell’occhio si guarda intorno; il pericolo, pigro quanto cattivo si era dileguato.
- “ Oh mamma (di cui aveva un ricordo vago e lontano) cosa succede ancora ? , cosa è quell’ombra ? “
Una mano delicatamente si posa sul capo di Alcibiade che si gira di scatto fra il curioso e lo spaventato.
E’ una signora dal sorriso dolce che prende in braccio quello scricciolo e continua a sussurrargli dolci parole per tranquillizzare il nostro eroe.
-“ Che buon profumo, deve essere francese e quanta dolcezza in queste carezze !
Che bello, ho trovato la mia mamma, anche se è a due zampe; non si può avere tutto! “.
E si addormenta fra le braccia della salvatrice.
Sa bene, Alcibiade, che felice è colui che dimentica ciò che è difficile cambiare, come afferma un noto aforisma.
Si sveglia in una casa accogliente, fra profumi di pappa e cuscini soffici soffici, messi lì, proprio per lui.
-“Che bel cestino. È così accogliente !; si, lo so, ho barattato la libertà per un affetto sicuro ed altrettanti sicuri pranzetti.
Ma, sono anche pronto a dare affetto e rallegrare il quotidiano della mia ospite; no, non farò capricci .
Ed ora che succede?, mi manda già via? Mamma umana che fai, mi abbandoni? Perché mi metti in questo “coso” lungo e stretto?, ooh , almeno posso respirare!! Ed ora? in macchina? E dove andiamo?; mi molli per strada come fanno gli improbi?.
No , non credo, la macchina si ferma in città.
Entriamo in un locale che ha uno strano odore, non l’ho mai sentito prima, non mi piace. “ –
Queste le riflessioni tra lo stupito, l’angosciato, il fiducioso, mentre qualcuno lo fa uscire dal trasportino -il coso lungo e stretto,
come lo percepiva Alcibiade- sempre con delicatezza e la mamma umana lo copre di coccole per tranquillizzarlo ……. Ma…!?!
- “ Chi è questo uomo in bianco, che vuole? Perché mi tocca il pancino, ora è bello pieno - Lascia le mie orecchie; mi piacciono così come sono e molla!!!!!, cosa guardi, non ho mica nascosto qualcosa nelle mie orecchie!!!! U f f a, anche la coda adesso e quello che c’è sotto!
Che indiscreto!!!!
Oooh, oooh, cos’è quell’aggeggio lungo? Oh, si una siringa, ne ho viste tante per strada; sentivo dire di non avvicinarsi perché portano la morte !
E questo ora che vuole?!?....Ahia!!
Che dolore!!! Così , brava, si, si, si, se strofini e mi dai quel biscotto che occhieggia dalla Tua tasca starò subito meglio .
- Bau, Bau…- “
Il dolore è passato, le coccole ricevute rassicurano Alcibiade che si addormenta nel suo trasportino, sicuro di aver trovato un vero rifugio e, no, non rimpiangerà più nulla.
“Sapete il signore che mi aveva accolto in casa sua e di cui vi ho già parlato, era anche molto colto, mi parlava di tutte quelle persone che avevano scoperto tante cose e mi ricordo di un certo Einstein che aveva scoperto qualcosa in cielo ed amava dire :
“Se i rimpianti superano i sogni, allora si è vecchi”.
Io non invecchierò mai perché non avrò rimpianti ed ora sono sicuro di poter realizzare il mio sogno in questo porto sicuro: quello di avere una compagna dei cuccioletti miei e di portare sempre più gioia a chi mi ama .
Cosa chiedere di più? “ -
E, con questo futuro così roseo davanti a sé, il nostro amico - che nel frattempo era rientrato in casa - si addormenta russando, di tanto in tanto.
Alcibiade o Pericle, ha dimostrato di essere in grado di donare felicità.
E gli Umani?
Dall’alto del loro egoismo conoscono - spesso - il grigiore di una vita avvolta su se stessa.
Quanto potremo imparare dagli amici a quattro zampe, se solo non li usassimo –spesso- come oggetti di diletto, ancor più spesso inutilmente e crudelmente.

 
 
F I N E
                                                Ciao Renato

Sono Carolina Benincasa, lo so, dovrei dare del Lei ad un essere umano cui mi rivolgo per la prima volta e per il quale sono una perfetta sconosciuta.
Ma, posso dare del Lei ad un amico? Forse si , ma si può dare del Lei ad un fratello? Ecco chi sei stato e sarai per me , il fratello che non ho.
Sono figlia unica per cui le persone che mi donano amicizia divengono parte della mia storia , della mia vita.
Come Te.
Non direi che sono stata una Tua fan, perché sarebbe ridurre a mero entusiasmo le profonde emozioni , la totale gioia che la Tua poesia in note mi hanno donato negli anni.
Una gioia della durata di una canzone potrebbero affermare gli stolti.
Da quando la gioia si misura in durata piuttosto che in intensità!!!
E Tu hai donato e doni tanta intensità.
Eri “mimetizzato” con lustrini e cantavi il carrozzone della vita….. perché per molti vivere vuol dire apparire non essere e costoro temevano di andare al di là della Tua immagine che, nel Suo essere maschera metteva a nudo la povertà di ipocrite vite avvolte su se stesse.
Eri “ mimetizzato “ con boa , riccioli lunghi , da tutine aderenti fra doppiopettisti che, urlando , cantavano amore che faceva rima con
Cuore.
Piacevano? Erano tranquille voci che inneggiavano alla monotonia , al pattume del quotidiano che non scuoteva l’Essere, non faceva
certo riflettere.
Le Tue toilette che per taluni versi facevano paura agli ipocriti ,ai ben pensanti , scuotevano fin dal profondo , facendo vibrare dolcemente , violentemente , i sentimenti degli astanti.
E si pensava , si meditava , si agiva , si modificava.
Si toccava il blu .
Il Tempo trascorre nelle Tue note , ne cogli le modifiche cambiando anche Tu.
Via il boa.Via i riccioli . Via le tutine.
Ora sei un Signore che , pur non abbandonando i teneri lustrini e qualche tocco di originalità , narri dei problemi del padre in là negli anni, degli amici, dell’oggi.
Se la cornice è modificata, le vibrazioni , le emozioni, sono quelle di sempre.
Perché sei vivo. Sei vero. Sei Zero.
Nulla e tutto, ovvero : Sempre.
Sto ascoltando le Tue poesie ; non hanno tempo e come il Tempo appartengano alla Vita dell’Uomo.
E, che sia Tecnologicus o semplice uomo,
comprende il Tuo messaggio che è il solo che ciascuno vuole ascoltare dal proprio fratello.
Il messaggio d’ amore di speranza , di solidarietà e , quando canti di essi è un rivolgerTi a ciascuno di noi .
E ‘ un canto corale , ma al contempo con ogni singolo Tuo amico che è lì, con Te.
La magia della musica , delle parole.
La magia di Zero.
Ciao.
 
Carolina Benincasa



                                         INNO ALLA VITA

Il sipario è buio, la musica va, non una musica dolce o da sottofondo, bensì forte e prepotente si impossessa dei timpani.
Due fari puntano sugli spettatori.
Con decisione.
Questo l’antefatto, il preludio del racconto narrato dai Momix, i danzatori degli Archetipi.
Non ballerini, ma danzatori,  non movenze eteree, delicate bensì precise eppur straordinariamente armoniose gioiosamente impegnano lo spettatore ad una interpretazione della loro narrazione.
E ciò che dirò non necessariamente seguirà l’iter cronologico del loro essere sulla scena.
Ancora buio sul palcoscenico: cinque danzatrici si muovono con movimenti ritmica, quasi una danza tribale su  palloni bianchi.
Non è una danza dolce o violenta, è un’armonia di movimenti che comunicano la nascita prima : quella dell’Universo.
Il Big Beng è già avvenuto, il  suo suono si espande nell’ancora vuoto cosmico, la materia si sta formando, le danzatrici vanno in un disordine ordinato per i palcoscenico.
La  materia si aggrega.
Le danzatrici ritmano, vieppiù, gli avvenimenti.
La musica sottolinea tali eventi.
L’Universo si sta costruendo………….
Non  con la dolcezza, non con la violenza ma con fermezza, conla volontà di esistere.
Lo spettatore è travolto dal vortice che miliardi di anni fa realtà  preparavano il palcoscenico su cui esso può muoversi nell’Oggi.
Costellazioni, nebulose, sistemi solari via via si formano.
I palloni bianchi volano via lontano, fra le stelle.
Simboli dell’Archetipo della vita che è materia informe e va per lo spazio a colonizzare.
Nasce, millennio  dopo millennio, l’embrione della Vita.
Buio sul palcoscenico.
I miliardi  di anni trascorrono e l’Homo è una realtà; si affanna tra mille difficoltà circondato dal materico che cerca di dominare ma che, spesso, è il suo violento, prepotente padrone.
Scivola dal tavolo il danzatore, risale con movimenti sinuosi e ripetitivi, talvolta ossessionante fino allo stremo.
La forza fisica è dominata dallo ambiente.
Buio.
Il tempo segna l’esistenza dello Uomo, scoperte importanti sottolineano il percorso.
I Danzatori scivolano l’uno sull’altro in una danza morbida, flessuosa, movimenti serpeggianti  che coinvolgono in toto gli attori nella determinata volontà di esprimere la scoperta più importante : il D.N.A.
Il movimento sul palcoscenico descrive l’archetipo più importante con gioiosa coscienza.
E’ il tripudio dell’esistenza compresa, ormai, nelle pieghe più intime.
E’ la danza  decisa  scandisce tali sentimenti.
La musica è penetrante.
Corpi scolpiti  dall’esercizio fisico “usati” non già per esprimere velleitari simbolismi ma  i sentimenti più puri, più vitali per l’essere umano: la conoscenza, la solidarietà, la speranza, la paura, in una parola: la Vita.
Tutto ciò donano i Momix a chi sa leggere la loro Danza. 

Carla Benincasa

 

               Il dolce suono del ruscello fa gioire il cuore
                              nel Tempo e nello Spazio

I giovani  maestri coordinano i  loro violini con i violini degli orchestrali;se pur note di accordo, avvolgono gli spettatori  predisponendoli a vivere quello che nelle Ere, nei Secoli  ha costituito il file  rouge dell’esistenza degli  abitanti di Gaia.
La magia ha  inizio .
Un dolce vortice trasla gli astanti,al di la del Tempo e dello Spazio, nella dimensione più sacra, più vera: quella dei sentimenti, acquisendo una serenità nuova. 
E’  Katarsi
Le note sorvolano gli archetti , gocce d’acqua di un ruscello che levigano la roccia, plasmandola con dolce fermezza; al pari ,la mente, i  sensi si plasmano al suono dolce eppur fortemente incisivo , tenace, della musica di Bach.
Si insinua fra le pieghe dell’animo, sottilmente sensuale e tenera,  soave eppur forte: talvolta greve,  fa meditare  evocando archetipi carmici  ,conducendo per mano  il cuore verso la soavità.
Ma,sorprendendo ,diviene  vivacissima, esalta la Vita come  un folletto gioioso che corre in  un  campo  fiorito  di  un antico maniero dalle cui sale proviene una melodia medievale.
Bach si trasforma, i violini abilmente, gioiosamente, amorevolmente  guidati dalle esperte ed agilissime mani di Marco e Paolo, narrano di una  giovane fanciulla che ,felice, corre per i  lunghi corridoi, per le grandi  sale;la leggiadra veste, la  lunga chioma  sottolineano  il  Suo andare.
L’atmosfera del maniero è resa viva dalla risata argentina  ,le note , predispongono ad uno status di  complicità, di attesa nel cuore della fanciulla che  continua il suo leggiadro eppur vivace andare .
Il ritmo si fa più incalzante,  un turbinio di note  ,talvolta severo,ma pur sempre gioioso sottolinea l’animo della fanciulla,che con le chiome  mosse  dal vento  è giunta  nel prato fiorito, alla ricerca del Sole , di se stessa.
Forse, del vero significato della Vita.
Corre nel vento ormai giovane donna, le note simili  ad un coro di voci cristalline;i fiori sbocciano al suo passare.
Un crescendo di ritmi, vivacissimo l’andar dell’archetto.
Consapevole  di se non danza più,osserva  quanto ha intorno .
Le note divengono  lievi e lentamente, dolcemente avvolgono il Suo cuore,il Suo corpo i Suoi sensi,vibrando all’unisono. Quasi melanconiche  note ,magistralmente espresse dai  sensibilissimi  esecutori Paolo e Marco,sottolineano  la  raggiunta maturità 
Le note divengono gioiose,Ella volteggia esprimendo forza interiore, felicità dello spirito, consapevolezza .
I solisti  si alternano narrando note a volte grevi, a volte gioiose, nel sottolineare l’andare della giovane donna che, nel superare dubbi dell’anima, volge lo sguardo  a volte  verso il dolce prato fiorito a volte verso la foresta che avvince ,con i suoi suoni le sue ombre , i suoi colori.
All’unisono i violini conducono dolcemente la giovane donna per i sentieri del bosco.
E’ lieve l’andare dell’archetto  sul violino, quasi lo sfiora , i profumi inebriano  il cuore  come le note  l’animo.
Dolcissima , lievissima la musica  conquista  totalmente avvolgendo in un drappo di dolcezza infinita lo spirito, l’animo  i sensi della giovane che va per gli spazi immensi :lieve eterea, conquista l’Infinto, l’Amore.
Note  catartiche rese eterne dalla maestria di mani  guidate da cuori dall’intenso amore vissuto.
Bach, ruscello del cuore, ruscello della vita.
Ora il ritmo è incalzante, la soavità è scomparsa,la giovane donna è inquieta corre  veloce verso….. 
Ancora verso l’amore ?, verso il sole?verso la Vita  .
Fugge dalla solitudine ,lontana dal maniero  che l’ha vista felice, sotto un cielo cobalto attraversa il bosco,i campi. Corre. 
La musica  incalza , sempre più veloci le note ,sempre più sonore, in un crescendo  temerario . 
La mente vibra, il cuore vibra, i sensi vibrano e va,la giovane donna.
 E’ la vita che prepotente la evoca a se, inesorabilmente, costantemente ,reclamando il diritto  di esistere nel Suo cuore. .…………....….
Non più Bach,bensì Vivaldi guida l’andar  della donna.
Son grevi le note , dolore ritmato  è il Suo passo,pensieri abitano  la mente.Per  pochi attimi.
Il ritmo riprende vivace;note brevi, incalzanti veloci ed intense.
Ella  accetta la Vita che l’avvolge in un turbinio di eventi.
 Note  amorevolmente,intensamente,magistralmente eseguite 
con rara perizia dai giovani maestri Paolo e  Marco,hanno permesso la loro traslazione in un Sogno.

                                   Carolina  Benincasa

Concerto  per violino:solisti Marco Bronzi  e Paolo Zordanazzo
Auditorium   R.  Gervasio   -Matera

                                                                                                Il Clima nel destino di Gaia

       E’ grande  emozione  per  me  essere stasera qui   con   Voi,  nei   locali  del   prestigioso circolo culturale La Scaletta, la mia mente va a qualche anno ,quando mio cugino, il Dott.Di Lolli, mi condusse  nei  locali della Scaletta, parlammo con alcuni giovani  che, ascoltando il mio impegno nel mondo culturale, mi offrirono una medaglia che è fra i miei ricordi più cari.

        Il tempo è trascorso ed io sono ancora una volta   fra  i  miei     amici     del   Circolo  La Scaletta ,  a  conversare .

      Vi  chiederete  perché, per il mio  “debutto”, abbia scelto l’argomento  Clima.

      Da tempo,tale verbo  viene  citato  dai  media  in occasione di cataclismi, stranezze, come  la neve in  Alto  Adige   in  Luglio,  temperature  non  certo   tipiche   del   clima   mediterraneo , nebbie persistenti  in  città  come la   nostra  bella  Matera   ove,   fino   a  qualche   tempo   fa , erano  del  tutto assenti.

    Personalmente  “ imbattutami “   negli    studi  geografici,   rimasi    profondamente  coinvolta  da tutte   quelle  realtà   che , nel  Tempo, nelle  Ere geologiche   avevano   contribuito   a   creare    uno status  che  rende  e dovrebbe  rendere , nel  futuro, possibile la vita su Gaia.

     Tutte   confluiscono    in   una    disciplina,   la Climatologia  che  ha , come  oggetto  appunto  il clima.

     Da  qualche tempo ,esso  sembrerebbe  il diretto responsabile    di    situazione   al      limite     della sopravvivenza.

     Comuni   sono , ormai , le  frasi   come  :”  le stagioni  non  sono  più  quelle  di  una volta , non ci  sono  le  mezze  stagioni, etc, etc, ma  poi siamo tanto  sicuri che  è  il  solo, l’unico  responsabile?

    Inoltre, quanto  conosciamo  del  clima?

   Sui  testi  geografici  si  legge  la definizione  che recita:

      “     Dicesi  clima    l’insieme   degli  elementi metereologici  e dei  fattori che determinano  la vita per   lungo  tempo, su  un  determinato luogo  della terra.   ”

       L’  analisi   nei   periodi   brevi  riguarda la meteorologia  :  oggi ,   grazie   al    satellite  ,   si  possono  effettuare   previsioni  per   sette giorni.

     Credo  e credevo tanto  in  tale  disciplina  che  i  miei   discenti  dell’ Università  Verde   ove insegnavo     climatologia  ed   etnoantroprologia , come   quelli     degli    Istituti    Tecnici      nello incontrarmi,    prima     di    avvolgermi   in   un fortissimo   abbraccio, (ero   molto   severa,    ma , chissà   perchè  mi   adoravano  ) recitavano     la definizione  di clima.
    Ed   un altro  episodio rende , forse, ancor  più esaustivo  il  mio  coinvolgimento nello  studio della climatologia.

     Il  primo maggio  del   2007  ero  ospite   di  due  mie  ex   allieve; le   avevo   lasciate    giovani  fanciulle, le avevo ritrovate, dopo 20 anni  donne  e mamme.

     La   loro  preoccupazione  non  era  nel  come accogliermi, l’ affetto   era  tanto  che non   creava imbarazzo   o  problemi   lo    stare   insieme ,  ma temevano che  io  chiedessi  loro  la definizione  del clima , e,  poiché  non  avevano tempo  per cercare i  testi  che  la  contenesse ,non  potendola  ripetere, temevano  qualche  mia   occhiataccia.

    Naturalmente    non   chiesi   nulla  e ,  quella giornata  l’annovero fra  i  miei  più dolci ricordi .

      Ma  passiamo  ad  esaminare  il  grafico  che illustra  gli elementi  del  clima  e che  si  evince nel trattato del Prof  Renato  Biasutti:

                      Il Paesaggio  terrestre


                          Insolazione

                                                                       |

                           Pressione Atmosferica    ___         Evaporazione

                                           |                                                               |

                                           |                                               Umidità

                                           |                                                      |

                                           |                                               Nubilosità

                                           |                                                       |    

                          Circolazione atmosferica _____        Precipitazioni

                                   (  Venti  )                   

  Per   insolazione   si   intende   la   quantità   dei raggi solari che penetrano nella  nostra atmosfera.

    Ma ,cosa  si  intende per  atmosfera ?Essa  è formata da vari  strati:

 1)troposfera    ( h 14,500 km   17 -52° )                  

2)tropopausa 

3)Stratosfera(50km. aria densa  e  secca -3°

                        si   diffonde  la   radiazione   ultra

                        violetta   vi   si   trova  lo  stato   di 

                       ozono e  vi   si  trova  la  maggiore

                       quantità  di  aria )

4)Stratopausa

5)Mesosfera (85 km.  temperature   -93°

     (ionosfera )        

  assorbono  i  raggi   solari     )

6)Mesopausa

7)Termosofera (600 km                  1,27°

                          inversione  di   temperatura   e

                         reazioni   chimiche   velocissime

                         rispetto  a Gaia.

8) Esosfera  (  oltre i 600 km. son presenti elio

                    ed idrogeno   poca densità )

la composizione  è la seguente.

Azoto (N2 78%)  Ossigeno (O2   21%)
Argon (A2  1%)  Vapore Acqueo  (7%)

Polveri , Ceneri Vulcaniche,C02 .

     Quando   diminuisce    l ’ozono , aumenta   la CO2  provocando l’effetto serra).

      I  raggi   solari    o  la    radiazione   o   luce  visibile, ovvero    quella   che   percepiamo    e     che appare      bianca,   è       composta      da      onde

che    variano   dai    380   nanometri  ai   720 nanometri  della  radiazione rossa , passando  per il blu, il verde, il  giallo , l’arancione  ed  è oggetto di  radiazione  diffusa  ed  di  radiazione diretta ;il vapore acqueo  interagisce  con  le  varie  lunghezze d’onda della luce visibile,più precisamente :

        1) la luce rossa, ha una lunghezza  di  onda maggiore  delle  molecole  del  vapore  d’acqua  che  incontra ,quindi   le  supera   senza  subire  alcuna deviazione e raggiunge , in  linea retta  Gaia.

     La  luce   rossa, unitamente  alla  luce  gialla, arancione   essendo   complementare    al    verde , favoriscono   la     fotosintesi   clorofilliana,   ovvero regalano  il  verde  alle   foglie.

       Avremo,  in  questo  caso,  la   Radiazione Diretta.

       2)la  luce  blu   ha   una  lunghezza  d’ onda inferiore  alle   molecole  di  vapore  acqueo, da  cui viene  assorbita   e   diffusa  su   Gaia ,come affermava Einstein , per entrambi i casi. 

      Avremo, in  questo  caso  La  Radiazione  Diffusa  ed   il  colore  blu  del  cielo  che   risulterà  tanto   più    intenso   quanto   più   sottile  sarà   lo   strato  dell’ atmosfera, mentre  sarà   quasi  bianco all’ orizzonte.

       Una volta raggiunto  il suolo, i raggi , però, subiscono un  ulteriore effetto:la riflessione:

1)                    neve fresca                :80%

2)Oceani,fiumi laghi, ruscelli alpini

          3) sabbia                      : 10%

          4)prati  con la rugiada  : 10%

  Questo fenomeno viene definito Albedo

  Inoltre,  la   luce   penetra  per  il  95%   nei  corsi  d’acqua  e  nei  primi  3  metri, se l’acqua è limpida ,la visibilità è del 50%.

      Questi effetti sono definiti scattering e sono stati studiati da  Lord  John Reyleigh.

    Conseguenza  della   insolazione  è  l’aumento  della   temperatura  che  Gaia   presenta  in modo diversificato,   poiché  essa  è  inclinata , rispetto  al piano dell’eclittica,  di 66° e 33’(  Gaia  non è    femminista, sembrerebbe  fare  un  inchino nel  suo  andare    intorno   a     Rha   !! )  ,     pertanto  risulta   illuminata   in  modo  diseguale  nei   vari   momenti  del   giorno(movimento di rotazione)  e dello’anno(movimento di rivoluzione)(cartina pag 32  -Landini).

     Isolinee  sono  le   linee   che uniscono  i luoghi aventi la medesima temperatura.

     Da    quanto     su    detto    si   evince   che   se  la  conseguenza   del   movimento   di     rotazione intorno   a  se   stessa   provoca   l’  alternarsi    del giorno  e   della   notte ,  il   secondo     movimento  è   responsabile    delle   stagioni, ovvero  dei    nodi equinoziali e dei solstizi.

       Però ,occorre  sottolineare  che tali  fenomeni subiscono  una  anticipazione ,se  pur    di     alcuni secondi (54)  questo è  da   addebitarsi  al    fatto

che Gaia ,ruotando   intorno  a  se   stessa,  non  mantiene fermo il suo asse, creando così due coni  i cui    vertici    si    trovano     al  centro   di   Gaia  stessa, e  le   basi   che     coincidono    con   i   poli,  non       sono   cerchi     perfetti ,   bensì   risultano  ondulati  per il movimento un po’“ondeggiante”   di Gaia  .

     Questo movimento provoca quel fenomeno noto come  “ Precessione     degli   Equinozi ”   causa prima, ogni  26000,  anni  del  capovolgimento  dei  Poli  medesimi; oggi  siamo     nel  13000

anno.

     A    testimonianza   di      ciò  ,     fossili      di    Palme   repertati   in  zone    non   idonee     alla  presenza   di   tali   alberi    quali   l’  Inghilterra   ed   il   centro Italia. (grafico pag,39-Landini)

      Grazie  alla  precessione  degli   equinozi  però un’altra realtà  dovrebbe  subire modifiche:

l’oroscopo.

    Infatti  i  segni  zodiacali  risalenti   a “qualche millennio”  fa , non    coincidono   con   la  realtà attuale  e,  d’altro  canto, si  sa , che,  negli  ultimi anni Plutone è stato  degradato , cioè  non  è  più considerato  un    pianeta,e , si  sta   studiando  di inserirne   un   altro   dal  nome  Sedna.

     Però non  è stato  stabilito  il   criterio  con  cui un  astro può essere considerato un Pianeta  ,ergo  c’è  un  bel  po’ di  confusione  lassù.

     Direttamente collegata alla temperatura, è  la   evaporazione,  essa  si  evidenzia   quando  i  raggi  solari  finiscono  sulle   distese      idriche ( oceani ,  laghi ,  mari, fiumi,ruscelli alpini ) sabbia .

       In situazioni normali, la quantità  dei raggi riflessi,  venivano   rimandati  indietro , con alcun danno   per   Gaia, oggi,  questi  raggi   vengonointrappolati  nella  nostra  atmosfera, aumentando la  temperatura del  Pianeta, ovvero il famigerato “effetto serra”.

       Ma siamo , poi , sicuri che  non vi siano casi di    effetto  serra  del  tutto   naturali  anche  se   di  intensità  diversa?

         Quello  più  naturale, originale  è reso dalla atmosfera , senza    di  essa  la  temperatura   della Terra  sarebbe - 33°circa ( un  po’    freddino , forse!)  

      Con  una ciclicità di 11 anni, si  presentano sulla   superficie  di  Rha    delle   macchie   solari che  hanno    una      temperatura     relativamente   bassa, ma   di    grande     intensità,  ebbene,   essi     sono  responsabili   di    un     aumento    periodico   della   temperatura  di   Gaia.

        L’  evaporazione   conduce   al  concetto   di umidità che, nell’oggi è evidenziabile in  zone  ove,  non è  mai stata  riscontrata,quale  la  nostra bella città  di Matera :un   giorno, affacciandomi  alla finestra  per vivere la bellezza   catartica dei Sassi, quasi un urlo mi sfuggì dal cuore. “Oh,  si è persa Matera” !ma dopo qualche oretta la mia adorata città    era   lì,     come   sempre   per      regalarmi momenti  dolcissimi.

     Lo    strumento   per   misurare    l’entità    di umidità, è  l’igrometro  al   capello, però,  se   non doveste  disporne, niente  paura , telefonatemi  pure il tono della mia voce è direttamente  proporzionale alla  quantità  di  umidità    nell’aria!

     Bene  ,   l’aria    sotto      forma   di    vapore raggiungendo   le  zone  più  fredde dell’ atmosfera subisce   una   ulteriore  modifica, divenendo  nubi,

(cirri, cirrocumuli,cumuli, cumuli nembi,etc etc),

ovvero  nubi  di  pioggia e/o di neve, per ritornare  su Gaia sotto forma di precipitazioni.

      Isoiete   sono  le  linee  che   uniscono   luoghi aventi  la   medesima   quantità  di   precipitazioni nell’ arco  di  un  anno.

     Passiamo  ad  esaminare  un  fenomeno  che, negli ultimi tempi si sta evidenziando con  intensità sconosciuta  in  molti   luoghi   di  Gaia, là dove si limitava  a  creare  gioiosi   vortici ….di  foglie   in autunno!!!

       Questo    accade    perché   la   nostra   Gaia (sempre lei),nel  suo ruotare  intorno a  se  stessa,  muove masse  di  aria  da  zone  di  alta   pressione  (anticilconica) verso  una  zona  ciclonica (zona di bassa pressione ):si creano così i Venti.

       Essi possono essere .

     1)Costanti   :    Alisei  (    spirano     nella      medesima    direzione  nella    zona   bassa    della  troposfera   all’ altezza  dei   tropici) .

    2) Variabili:    libeccio,     scirocco,    grecale, bora  ,  cicloni,  etc.etc.

 3)Periodici:    Monsoni (tipici      delle    terre asiatiche    e    spirano   per   sei  mesi  dalla   terra  verso  il mare  e  per  sei  mesi  dal  mare  verso  la terra).

    4) Caldi  : es.il ghibli

    5) Freddi es:mistral

   I venti sono strettamente connessi alla pressione

atmosferica;  oggi   essa   si misura con  i millibar, che , non sono  accettati  ufficialmente dal S.I.,

ma    convenzionalmente    hanno  sostituito    gli Hectopascal   pari  a 100   Pascal   che ,    nel   passato   avevano   sostituito

      Isobare  sono definite le linee che uniscono in modo virtuale tutti i punti che hanno la medesima pressione atmosferica.

     Quanto  è stato illustrato altro non è che il ciclo dell’ acqua  dall’ equilibrio  delicatissimo, perché  se  aumenta   la   temperatura , aumentano  tutti   gli altri   creando grevi  disagi  in  particolar modo  a coloro  che  soffrono  di  allergie , aumentate  negli ultimi  anni, grazie  alla  presenza  di CO2 (e non  solo) responsabili,   molto   probabilmente   di pericarditi   ed   aumento  dei   casi    di    malaria  inficiando , comunque   la  salute  degli  abitanti di Gaia.

    Passiamo  ad esaminare i fattori ,essi sono: vicinanza    al     mare ,    altitudine ,    latitudine longitudine   e,  da   me    inserito,  alla  luce  delle recenti   vicessitudini ,  l’ inquinamento.

      Per  latitudine  di  un  punto  qualsiasi   della superficie  terrestre  si intende la distanza misurata di  un  punto  all’ equatore,  misurata  in  gradi  o frazione di    gradi   sul  meridiano   passante   per  quel  punto.(diagramma pag. 28-Landini)

         Diremo, quindi  latitudine  nord ,  latitudine sud.

      Tutti  i  punti dell’equatore avranno latitudine zero, ai poli, 90.

    Mi  è  capitato di ascoltare  delle  conversazioni  ove  due  persone  non  riuscivano  a  comprendere perché  ai  poli  facesse   freddo  pur  avendo  90° (per  costoro  si   doveva   bollire?)  mentre    allo equatore c’era zero gradi eppure faceva caldo!!!!

      La  longitudine  dello stesso punto  è data dal valore  misurata in gradi o frazione di grado sullo arco   di   parallelo    compreso   fra  il   meridiano fondamentale ed il punto. 

     Greenwich è stato scelto nel lontano  1885 .

     In caso di longitudine si parlerà di longitudine est e longitudine ovest.

     L’altitudine  determina ,spesso, una modifica  significativa    delle  situazioni metereologiche,  della   fauna , della   flora   come ,  del   resto   la vicinanza    al  mare      esercita   un   influsso mitigatore sulle temperature  dei luoghi interessati;  negativo è l’inquinamento  di cui sono  note gli effetti  deleteri sulla fauna , sull’ambiente   e  sulla flora.

      Accadeva  per   esempio  che   in  talune zone d’Italia i tronchi di taluni alberi   fossero  bianchie, su   di   essi   si  posassero   delle   farfalle    dalle  ali    bianche,   bene,    col    passar    del      tempo l’inquinamento aveva reso neri i tronchi, le farfalle mutarono   il   colore   delle   loro   ali , divenendo  nere  pur  di  non  abbandonare  gli  alberi  e  per mimetizzarsi al fine di sfuggire ai predatori!

      Analizziamo   il   clima    mediterraneo  che riguarda  le  zone   che   risentano  della influenza mitigatrice  del  mare   nostrum.

      La    città     tipo    era  Catania  con    una temperatura   media   annua  di 24°   (diagramma pag.40 –Biasutti)

        Passiamo ad esaminarne  le stagioni:

1)                    Inverni  miti   piovosi,  con    assenze  di nebbie,  di   gelo  e   nevicate   nelle   zone  più  interne ,

2)                    Autunni miti , presenza  di piogge , con la vegetazione  che assumeva i colori  caldi delle foglie  .

3)                    Primavere    prive  di   gelate   con   una natura in risveglio  grazie al tepore diffuso  su tutto il territorio

4)                    Estati caratterizzate  della mancanza di   piogge  ; il   clima   mediterraneo,   viene  definito, infatti,  clima    subtropicale    ad   estate  asciutta

    Durante  tale   periodo   vi è   interruzione  del ciclo produttivo  e  le  temperature  aumentano  in    modo       sensibile ,   grazie ,   anche     ai    venti provenienti  dal   Sahara.

     Peculiarità:assenza di  umidità.

     Oggi  questo clima  può, senza  molta difficoltà essere  assimilato   ad   un    clima   monsonico  o , secondo    alcune    scuole   di    pensiero, al  clima   tropicale.

       Ai   venti  caldi    ed  asciutti   del   Sahara   che,trasportando la sabbia  del  deserto,  colora  di  giallo  buona  parte   del  nostro  Stivale, al tipico  vento , il  dolce zefiro, che   faceva    ondeggiare  le  messi, si   sostituiscono , sempre   più   spesso,   venti violentissimi    facilmente    assimilabili   a   tifoni ,  “coadiuvati”, da  molto tempo da  piogge  zenitali

dalla durata relativamente breve ma  intensa .

     Conseguenze   di  tale  nuova  situazione  sono gravi   smottamenti , che  si  verificano  sempre  più spesso  ed  oltre  la  normale  storia   geologica  del nostro Bel Paese.

        A testimonianza di ciò la toponomastica di molti centri che nella loro denominazione  hanno il termine  Motta( es. Motta   Montecorvino, Mottola etc etc).

      Ovvero nel nome  di  molti  luoghi  il destino.

    Analiziamo ,brevi manu la realtà geologica del nostro Paese.

     Buona    parte  del   nostro  territorio ( come  la  Basilicata   poggia  sul     letto  di    un  mare  fossile  risalente  al Mesozoico(era Secondaria)   ma   si  evidenziano    anche terreni  del Pliocene  ( Terziario  Superiore )

(cartina pag .238 –Landini).

          Il    territorio     Italiano    presenta    rocce friabilissime (calacareniti, tufi, rocce  organogene, argille silicee e calcaree).

       Tale  situazione  trae    origine  nella    storia  di Gaia.

       Ab imis   vi  era  un     unico   continente detto  Pangea,  che,  per  effetto   del   movimento  di  rotazione  si dive in due subcontinenti:

     1)Gondwana   che  comprendeva ,l’Africa, Antartide,Sud America, Australia,India

   2) Laurasia  che comprendeva  l’Europa  e parte dell’Asia.

       Successive  frammentazioni  hanno  creato lo status   attuale   dei continenti, che, però cessano  di subire mutamenti  nell’Oggi  .

       Conseguenza  di  ciò  sono i tre  sollevamenti ercinici  che il  nostro territorio  ha dovuto  subire  e che, conseguentemente , lo  status delle rocce  e   la presenza   di   faglie  responsabili    dei    numerosi    terremoti (40anni fa, Belice ,Fiuli  etc etc) .

      Due  sono    le  faglie    più    significative , la prima  va   dalla  Sicilia  fin  su   in Campania, la   seconda nel  nord  est.

        Con  tali  premesse  si può  ben capire  quali e  quanti   difficoltà   derivino  alla   agricoltura  e,   alla  luce  delle  nuove   realtà, una   fra   tutte    la    predesertificazione  e    la  desertificazione, presenti,  da   tempo   in    molte   terre   che    si   affacciano  sul   mare    mediterraneo  provocando  gravissimi   danni     all’    agricoltura  che,   viene     inficiata anche   dalle  monoculture  e  dalla   mancanza di riposo  del  terreno  agricolo  anche  perché  il prato pascolo viene oberato da molti armenti.

         Molte     sono    le  cause   della    situazione anormale   del  clima  che   trova  origini  sia    in  zone    lontano  da  noi   quale    la  deforestazione    delle    fasce   equatoriali, come   l’urbanizzazione  selvagge delle nostre  coste.

         La  C02 che è presente in gigatonnellate nella nostra atmosfera , viene assorbita da tutti gli alberi , anche quelli da frutta,ovviamente!.

        Per   ovviare   a   ciò  bisognerebe effettuare su larga scala quanto  accade   a Matera , ove  i   bimbi   delle    scuole   elementari  ad ogni    inizio  dell’    anno    piantano    un    albero  ciascuno  o   come  accade   in   Finlandia,    per   ogni albero  tagliato  ne   viene  piantato  un altro.

     Si     otterrebbe,    così     una       significativa riduzione  dello    status   attuale  che  rende  molto precaria  la vita  su Gaia.

    I   ghiacciai    si    sciolgono,   il     livello    dei    mari    si  innalza,  i  melanomi   aumentano   in   modo  significativo  ogni  anno, come   il morbo di Parkinson ,i fiumi modificano  la  loro  portata ,i salmoni non   possono tornare al  mare, gli  uccelli migratori   non  trovano  i crostacei  sulle spiagge , ed a  causa   alle    fioriture    precoci      gli  insetti    impollinatori     non    possono     effettuare  il   loro  “lavoro”e , non   meno importanti,   gli effetti delle     antenne  che   regalano  onde   i cui   effetti  sono  ben  noti.

      Ma l’inquinamento è  provocato anche  dallo uso  di  lampadine ad incandescenza,dalle buste di plastica  lasciate  in  giro  per  il territorio ,entro  il 20010    saranno   fuori    legge ,  le  cicche    di sigarette  le   pile  esauste , il  fumo  delle  ciminiere etc etc. 
       Tutto  ciò  si  ripercuote  sul   quotidiano  dello uomo  del    terzo    millennio  e,   come    abbiamo   visto sulla  vegetazione.

        Tipica  del clima mediterraneo è  la macchia mediterranea  ,  viene   definita    così,  perché   in primavera, quando  cioè ,secondo la leggenda più nota  Proserpina lascia  il  suo amato consorte  e torna su Gaia.

         Ancor    oggi   si   ricorda   questo   periodo dell’  anno,   con   riti, ,giornate   dedicate     alla Primavera, come  quelle   che  pone  in   essere   il Fai, grazie  alle  quali   Matera    mi   ha   vista con   gioia  ritornare  , dopo   qualche   anno    di assenza.

Il   manto   nevoso  scompare   piano   piano  e  si intravede  il piccolo bianco crocus non a caso  viene detto anche bucaneve,qualche giorno più tardi ecco apparire una distesa blu violette di myosotis, ovvero non ti scordar di me ,mentre i cilamen repandum (i  timidi  ciclamini ),  fanno  capolino  alle   basi degli  alberi ,mentre  la pianura si colora  del rosso dei  papaver  rhoeas  (i papaveri),  il  giallo   dello spatium junciumm (la ginestra) illumina  i  ciglio delle  strade  costiere od anche  i  campi  collinari.

     E’  una   festa    di  colori   e    profumi ;è    la macchia mediterranea.

       Essa si divide in   originaria  e derivata;  la   prima  è sì  detta perché  formatisi  spontaneamente  nel   tempo ,  la seconda   è   costituita   da    piante provenienti da altri climi e  che  sono  ben adatte al nostro  clima.

       Fra  i   fattori    del     clima      abbiamo   la vicinanza    al  mare   e    l’altitudine,   bene,    in funzione  di  essi  si evidenziano  i seguenti  tipi   di vegetazione :  costiera,  collinare,  pedemontana  e montana.(diapositive con pinus nigra, pinus mugo) .

     Una    ulteriore      suddivisione     identifica  la macchia  mediterranea in:

        1)erbaceaCiclamini  o ciclamen repandum

           Orchidee   (Orphis),Ortica (lamio       

             bianco),cardi (sibilium marianum),

             malva  (malva    silvestris), capparis

             spinosa (capperi), Papaver  rhoseas     

            (rosolaccio), iris , allium  (  aglio)    

            solanacee    (diapositive )

       2)arborescente :cespugli quali ginestra;

           (Spartium  Junceum)     Cotone  

           (  Gossipium malvaceum), Ferula   

           (Ferula Communis)Triticum vulgaris

        3)arborea : Pinus Pinaster , Pinus

            Pinae,Malva Alborea ,Carrubo

          (Ceriatonia Siliqua),Fico d’India

           (Ficus Opunzia Indica),  Gelso

          ( Morus    Nigra   ),  Eucaliptus

          (Eucaliptus Oleoso-mirtacee),Ulivo

          (Olea Mediterranea).Citrus sinenensis

     Superfluo raccontare l’importanza  dell’Olea mediterranea  che   regala   l’oro  verde per  cui  il Bel Paese è  famoso nel mondo ,inoltre molti di   Voi  vivono   con   fatica   ma  al   contempo   con entusiasmo    la    realtà      stupenda    di     tale  preziosità che  tale amico dona ,anche se in anni alterni.

     Una curiosità, in Cina  esiste una pianta  di ulivo usata per il profumo  (Olea Fragrans), in

Africa   una  specie   destinata  alla   fabbrica   di mobili (Olea Laurifolia).

      Molte piante del nostro clima   vengono usate con successo in fitoterapia ,un esempio ?il  tiglio  le cui   foglie   vengono   utilizzate   per  una   tisana profumatissima  e rilassante, e non dimentichiamo la  malva   che  Pitagora   definitiva  la  panacea per    tutti      i      mali,   e     l’   ortica       le    cui     foglioline    contribuiscono  a    creare    un   ottimo    risotto  e  l’Olea  di  cui sono   ben   noti  i    poteri

antiossidanti.

      Il  nostro  clima   era   quasi  un  piccolo eden diversificato  per  la  conformazione  della    nostra splendida Italia.

       Il  quotidiano  era  sopportabile   anche  nelle regioni  in cui  gli inverni  erano  un”  tantinello”

freddi,mi  riferisco, ovviamente  ai  climi  alpino e  prealpino.

       Si aspettava la  primavera, poi l’estate  ed  il ciclo  della  natura  ripeteva ogni  anno l’escursus , con  le   messi    in    giugno , la  vendemmia     in autunno.

      Rha non era il nemico da  cui difendersi con creme ad altissima protezione, ma  un caldo amico che guariva.

     Oggi   ben conosciamo  i rischi  per  esposizioni prolungate  in riva al mare (e non solo) in ore in cui  ci   vengono “regalati “ raggi   malefici ( ore 12-17),anche con cielo coperto.

     E’ una realtà  ben triste .

     In illo tempore , si aspettava con gioia l’estate per  recarci  davanti alla splendida  distesa blu, che tanto   bella   quanto  utile e  generosa , donava   i suoi  tesori  alla  gente che viveva lungo le sue coste.

      Preziosissimi   coralli  hanno   reso   l’Italia famosa  nel  mondo  con  il    loro   colore   rosso,il peau  d’   ange,   o   anche   nero    che,  artigiani  validissimi  della  Sardegna  e  della Campania  lavoravano  con   profondo  amore e competenza.

       Oggi   i   colori  sono  sbiaditi  perché  è quasi scomparsa  l’alga  di cui questi animaletti ci cibano  e  finiranno  per  morire del tutto; in  altre zone  le barriere coralline sono già scomparse.

           Altra preziosità , ormai  quasi scomparsa è la tela di Bisso, lavorata da  una sola  persona in       Sardegna    ed   ottenuta  dalla   Pinna Mirabilis

        Da alcuni anni non è  possibile, se non  con parsimonia, raccogliere tali preziosità, ma il mare nostrum,  per buona misura, grazie all’   aumento della  sua  temperatura  (non  più  una media   di 13° nell’arco dell’anno), branchei di barracuda dal Mar Rosso, attraverso   il  canale di Suez, penetrano   nelle acque,e, non   sarà, forse  utopia, dire che , nei prossimi anni, al posto delle alici   al gratin, del nasello al cartoccio, figurerà nel  menù un  barracuda  arrosto, avvolto   magari  in   una trasparente    medusa    il     cui  aumento ,  negli  ultimi  anni è    decisamente  significativo, sempre grazie  alle  nuove  temperature   ed   all ’aumento  del  loro  cibo   preferito : il  plancton.

       Altro   responsabile      dell ’aumento    della temperatura   è  l’aumento  dei  consumi  legato  al conseguente aumento  della  popolazione.

     L  ‘ alterazione   del  clima   provoca   danni impensabili  quali le canne di organo e, l’aumento della temperatura provocherà un alterazione negli strumenti  fatti   con   legni   pregiati   che   vivono nei  Paesi   freddi , con gravi danni  per  i  dolci suoni.

     Ma il clima non definisce , non influenza solo realtà atmosferiche  o vegetative; nei  secoli ha  reso  peculiare  l’aspetto responsabile  dell’attuale  destino  di    Gaia   ovvero,  l’   Homo  Sapiens,    oggi Tecnologicus.

        A   tal    proposito   è  bene   ricordare   una disciplina   che    fa    parte del  corso   di   studi   di Medicina :Fisiologia  Climatica.

        Essa  analizza  come, a seconda   dei luoghi  di   Gaia ,  e,  pertanto   del     clima , il    nostro organismo    presenta     delle       peculiarità     che permettono   la    sopravvivenza  .

        Alcuni  esempi, per chiarire  il   concetto,  i nostri amici dell’Africa  e  gli amici  dei Paesi Scandinavi .

         I  primi   hanno    visi   via  via   più   scuri  man mano  che   ci si avvicina all’ Equatore  ed i capelli , pur   essendo  sempre  ed ovunque di colore nero, diventano sempre più crespi man mano che ci si allontana dalle coste del mediterraneo.

        La   motivazine   è una   sola :   la    difesa dell’ organismo,  e,  per   la  medesima  ragione i nasini  dei  popoli  al  di  là  del  canale  di Sicilia possono avere le narici molto grandi , sempre man mano  che  si  avvicinano  a  latitudine zero perché l’ organismo   può   accogliere    grandi    quantità   di  aria  essendo   essa   molto  calda  durante tutto l’anno ed i polmoni  non subiscono fastidi .

        Diversamente accade nei Paesi del Nord,

ove   sono  presenti    capelli   fini ,  biondi  o  rossi, comunque chiari come la pelle che non deve essere difesa  dalla  melanina  perché  a  latitudine   70, 80, 90, il   Sole    non   è   così  forte  grazie all’inclinazione  dell’asse terrestre, e, in funzione di essa, scompare per molti mesi l’anno.

         Il  nasino  per  questi  popoli, è  sempre  più sottile  per  evitare di  mettere a  contatto i  polmoni con  l’aria  fredda;  gli  Inuit,  ( gli  esquimesi), presentano  una  certa quantità di grasso nel corpo per  difendersi    dal    gelo, loro   provengono  dal  continente Indiano come fa comprendere il colore dei  capelli  e  degli  occhi,  nonostante vivano , da molto   tempo   alle alte   latitudini.

       Nei  secoli   passati  abbiamo  avuto   i  popoli Normanni  che hanno” regalato “ capelli biondi ed  occhi  chiari  alle   popolazioni delle  zone  più a Sud, non  è   raro   vedere  nelle    Zone     della Basilicata,    della    Calabria   della    Sicilia, ragazze   dall’   incarnato   perlaceo,  dai    capelli rossi o biondi ma fortemente ondulati  e dagli occhi  azzurri o verdi.

           Oggi   gli  eventi   sono   opposti  rispetto al passato,l’emigrazione  fa raggiungere latitudini impensabili  .

           Si  potrebbe  affermare  che   tutto   cambia perché  nulla   possa   o  debba  cambiare, a   parte l’inquinamento   che   inficia   in   modo   deleterio a   tutte  le  latitudini   il   destino  dell’Uomo  del  terzo millennio.

        Non    dimentichiamo   lo    sguardo   quasi magico  dei  popoli   asiatici   e del   loro incarnato  elegantemente  pallido  che  nell’ oggi vivono molto felicemente nel nostro Paese  che arricchiscono  la nostra antropologia con le loro tradizioni, ne   cito una  per  tutte, la festa degli  aquiloni, che , se  non erro viene svolta in giugno nella bella  Matera,  i bimbi corrono seguendo gli aquiloni con le rondini che li accompagnano, è  una  tradizione che  viene  da   lontano   ma    che   rende    felici  anche noi occidentali

            Se  i    venti    diverranno violenti sempre più grazie   all’     inquinamento,   anche    questa   tradizione   potrebbe scomparire , come   potranno   scomparire  i  dolcissimi  falchi grillai che popolano il cielo della Città dei Sassi.

       Sono  testimone  di  una realtà  che  porterò sempre  nel   cuore.

Era Marzo ed ero tornata  per  le  giornate   di primavera    del    Fai, ,mi    viene    assegnata,

come sempre ,  una       stanza     che    guarda   i   Sassi,   una   visione   catartica,     che     rilassa, appena sveglia apro la finestra , è   quasi     l’alba,  dopo   breve  tempo un bagliore dorato  si intravede dietro la gravina , i falchi grillai vanno per l’aere, accompagnati dalle allegre rondinelle, ecco  Rha avanza,  i   falchi , quasi   per    rispetto   a   Rha interrompono   il   loro    volo, solo  le  rondinelle , impertinenti, continuato garrule   a  volare , piano piano  Rha  avanza   illuminando  le rocce    che  quasi divengono rosa  per  il ferro  che contengono, e, va  il   disco  d’oro   fino  ad    illuminare    La Chiesa,  poi   le    prime   case,  quindi     tutto   il   sasso   è illuminato: i  Falchi  tornano   a  volare,  si  sente   il  suono  di  una   cornamusa,  qualcuno   accorda  un violino, la vita riprende ancora una volta,

    Ed  un altro  spettacolo, mi dicono, donano i falchi  grillai, al   tramonto ,quando  le   rocce   si tingono  di  rosso  le  rondini  stanno  per  andare a  dormire, loro   si  raccolgono  presso  un albero,  spero di poterlo ammirare .

      Questo  ed   altro   potrebbe   far   parte di una remota    storica   se  non   poniamo   rimedi ,se  si fermerà  la  deforestazione  delle  zone  equatoriali, entro   il    20020      la   CO2   che    regala gigatonnellate    anche   agli  alberi  da frutta  che l’assorbono,sarà ridotta del 40%; basta  con  l’uso di    forme    di    energie      inquinanti ,   potrebbe  divulgarsi , per   esempio, l’uso  di  pannelli  solare (nel  Paese del Sole  dovrebbero essere  d’ uopo)  che    donano energia   pulita, e  se, anche  i   costi  risultano  un  po’ elevati   il   beneficio  significativo  ripaga, e  la  loro diffusione  potrebbe far abbassare significativamente i prezzi.

        Molti  i  simposi  e   gli organismi  realizzati al  fine di  salvaguardare  la  salute   del  Pianeta  Azzurro, nel tentativo di convincere i   più riottosi al rispetto dell’ambiente .

       Ogni   Paese  ha  la  propria Focal Point

Ipcc, ,Matera ha un importantissimo centro di osservazione metereologico ect.ect.

        1988:nasce ,da   due  Istituti   dell’  Onu (WMO- world metereological  organitation  e   U N E  P-   (       United           Nation Environment      Programm   )   IPCC   (intergovernement   panel  on climate change).

       1992 IPCC fonda UNFCCC

(United NationsFrame Work Convention on    Climate     changhe (  aspetti     politici   e  riscaldamento    globale).

        2001 Ipcc pubblica :Assessement Report Climate  Change,  ovvero  i  dati   scientifici   di 170  Paesi    che  ha  condotto  al  protocollo  di Kyoto.

        Di  recente vi   è  stato   un  importantissimo incontro  a Bali , continuum   di Kyoto che  ha  visto      l’   Australia     allineata     nella   difesa  dell’ambiente  ed  in  parte anche gli Usa.

      E’ una speranza per il futuro  di Gaia?

      La  speranza   non  è  una fredda autostrada dall’asfalto  sciolto  dal    forte   caldo ,o  ghiacciato per   il  freddo   fuori  misura,   la  speranza   è  un sentiero  irto  ma  corre  fra  i  boschi , fra  suoni  e profumi  della montagna  che  bisogna   percorrere con  umiltà.

     Gaia,  potrebbe  ricevere  finalmente, senza   le gravi conseguenze dell’Oggi, il caldo abbraccio di Rha.

Carolina Benincasa

        

                       

   

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